mercoledì 20 ottobre 2010

PRESENTAZIONE DEL VOLUME - FONTANIVA 20 OTTOBRE 2010 – ORE 20:30 AULA MAGNA SCUOLE MEDIE

                                   
ATTENTATO ALLA FIERA. MILANO 1928
(MURSIA)

Il 12 aprile 1928 tra la folla che aspetta Vittorio Emanuele III in visita a Milano per inaugurare la Fiera esplode una bomba: venti morti e quaranta feriti il tragico conto dell'attentato. Per quindici anni i vari corpi di polizia indagheranno senza risultato. Attorno alle inchieste si muove un sottobosco di spie, informatori e traditori, uomini dello Stato e ambigui antifascisti, fascisti estremisti e gerarchi corrotti. La strage provoca una lunga scia di arresti e di brutalità, rivelando uno dei lati più oscuri del potere fascista. Ma mostrerà anche insospettabili spazi di indipendenza e di coraggio investigativo, slanci di generosità e di dirittura morale. Attraverso un lungo lavoro di ricerca d'archivio e di paziente ricostruzione degli avvenimenti, l'autore Carlo Giacchin ripercorre la storia delle varie indagini e dei protagonisti facendo luce su una vicenda ancora avvolta nel mistero.

giovedì 14 ottobre 2010

videoracconto sull'avvento della dittatura fascista - Fontaniva 20 ottobre 2010



OTTOBRE FONTANIVESE  2010
AULA MAGNA Scuole Medie
Mercoledì 20 ottobre 20,30

Presentazione del libro
Carlo Giacchin     
ATTENTATO ALLA FIERA. Milano 1928 (Mursia 2009) e video racconto sull'avvento della dittatura fascista e sulla trasformazione dello stato.
Il 12 aprile 1928 tra la folla che aspetta Vittorio Emanuele III in visita a Milano per inaugurare la Fiera esplode una bomba: venti morti e quaranta feriti il tragico conto dell'attentato. Per quindici anni i vari corpi di polizia indagheranno senza risultato. Attorno alle inchieste si muove un sottobosco di spie, informatori e traditori, uomini dello Stato e ambigui antifascisti, fascisti estremisti e gerarchi corrotti. La strage provoca una lunga scia di arresti e di brutalità, rivelando uno dei lati più oscuri del potere fascista. Ma mostrerà anche insospettabili spazi di indipendenza e di coraggio investigativo, slanci di generosità e di dirittura morale. Attraverso un lungo lavoro di ricerca d'archivio e di paziente ricostruzione degli avvenimenti, l'autore Carlo Giacchin ripercorre la storia delle varie indagini e dei protagonisti facendo luce su una vicenda ancora avvolta nel mistero.
Durante la presentazione, l'Autore illustrerà le fonti del volume, e la ristampa di "1930. Retroscena di un dramma", di Bianca Ceva (edizioni Pontegobbo, 2010), una delle principali fonti per la ricostruzione della vicenda umana e politica di Umberto Ceva, ingiustamente accusato di essere uno dei responsabili della strage di Milano, e capitolo centrale del libro di "Attentato alla Fiera"

La presentazione sarà preceduta da un videoracconto sull'avvento del fascismo e sulla trasformazione in dittatura dopo gli attentati del periodo 1926-28. Sarà proiettato materiale inedito, tratto dagli archivi ancora poco indagati dalla storiografia.

martedì 21 settembre 2010

Fabio Fracas, lunghi viaggi in spazi brevi.

Raramente faccio recensioni di libri di narrativa in questo blog. Mi occupo di storia contemporanea, in particolare della storia del Novecento italiano. Ultimamente sto dedicando energie sulla storia del diritto di asilo, un tema che mi sta particolarmente a cuore. 
Ma in questo post voglio parlarvi di un certo Fabio Fracas, al quale la casa editrice dbooks.it ha stampato una raccolta di racconti. 
Il titolo è già un programma "Lunghi viaggi in spazi brevi".Ecco come Fracas presenta i suoi racconti
"non solo viaggi materiali – o meglio l’aspetto materiale dei viaggi – quanto, piuttosto, viaggi intimi e profondi. Viaggi alla riscoperta di noi stessi e di quello che il viaggio – come parafrasi e metafora della vita e della conoscenza – rappresenta”.
Ma sono qualcosa di più. Un viaggio all'interno della propria esistenza, tra luoghi dell'anima e spazi mentali.
Ogni racconto di Fracas è un invito alla riflessione. Il viaggio è un pretesto, un "accidente", come direbbe lui, per accendere un meccanismo che ci porta alla scoperta di noi stessi.
Un libro che consiglio, e del quale non svelerò quasi nulla, solamente che si viene rapiti dalla parola-segno, e che ogni significato ne rimanda ad un altro, e ogni racconto è un lungo viaggio iniziatico alla religione del metalinguaggio, dove le parole sono solamente i mezzo per viaggiare lontano. 
La caldaia è sotto pressione, la locomotiva sbuffa impaziente. E quindi, signori, in carrozza!
Occorre una profezia? Un giorno questi racconti saranno considerati l'inizio di una nuova forma letteraria. Quale? Il racconto. 
Mi dite che esiste già? Leggeteli, e vi ricrederete. E se vi capiterà di guardare fuori da un finestrino di un treno, e vi chiederete se il paesaggio è davvero reale, allora capirete che la colpa è di un certo Fabio Fracas.

Per acquistare il libro in formato elettronico al prezzo di una colazione al bar:

Chi è Fabio Fracas?
Fabio Fracas è nato a Sestino (Arezzo) nel 1967. Autore, editor, poeta e giornalista si occupa di letteratura dal 1988 e ha pubblicato per le maggiori case editrici. Il suo sito: http://www.fabiofracas.it/
Ha fondato, con la poetessa Federica Castellini, la  piccola (e ormai famosa tra gli appassionati) scuola di narratologia Macademia, di Padova.

Clandestino day. Gli appuntamenti

Clandestino day. Gli appuntamenti


Ecco, dal sito dell'amica rivista CARTA, il CLANDESTINO DAY. Siamo tutti clandestini, no?

appuntamenti del Clandestino Day il giorno 24 settembre presso la mia città.
Padova
-Ci sarà un’assemblea alla scuola Scarcerle la mattina, promossa dal Coordinamento nessuno è illegale. Poi una delegazione della Cgil-Flc si recherà all’ufficio provinciale scolastico per chiedere chiarimenti sulla situazione degli studenti immigrati e manifestare la preoccupazione generale. Nel primo pomeriggio ci saranno azioni teatrali e volantinaggi a cura del Coordinamento nessuno è illegale e Reality shock. Nel pomeriggio, dalle 17, si convergerà in piazza, davanti alla prefettura, dove ci sarà microfono aperto per le storie di clandestinità e rappresentazioni teatrali. Razzismo stop incontrerà il prefetto, si discuterà dell’insegnamento dell’italiano e del permesso a punti. In preparazione un documento da consegnare al prefetto, al sindaco e all’ufficio scolastico provinciale per segnalare i problemi di accesso all’istruzione per le famiglie immigrate. Da Padova ci sarà anche una partecipazione alla manifestazione di Rovigo contro il Cie. Serata alla Mela di Newton. belloni.gianni@gmail.com
–La Cgil di Padova partecipa con un fitto programma di assemblee nei luoghi di lavoro. Le assemblee, che si susseguiranno nel corso della giornata, riguarderanno un’azienda agricola della provincia, una grande realtà metalmeccanica, mentre si sta verificando la possibilità di coinvolgere alcuni cantieri edili. Un’altra assemblea è in preparazione con le associazioni antirazziste dell’alta padovana la sera del 24.

Altra notizia: un tour musicale di Santino Spinelli presso le istituzioni europee. CANTIAMOGLIELA!
dal sito IMMIGRAZIONE OGGI
“Romano drom” il tour del musicista rom Santino Spinelli nelle istituzioni europee.
Annunciato il tour all’Europarlamento ed al Consiglio d’Europa accompagnato dall’Orchestra europea per la pace.


Romano drom è il viaggio concerto che il musicista professore Alexian Santino Spinelli, rom abruzzese, porterà in giro per l’Europa. Tre le tappe di prestigio, il 7 ottobre al Palazzo del Consiglio d’Europa di Strasburgo, il 6 novembre al teatro Fenaroli di Lanciano (Chieti) città natale e il 18 al Parlamento europeo, Bruxelles.
Spinelli sarà accompagnato dall’Orchestra europea per la pace, diretta dal Maestro Luciano di Giandomenico, docente presso il Conservatorio di Foggia.
“Dalle musiche di Schubert, Brahms, Ravel fino a Bregovic e al flamenco, oppure al jazz manouche, la cultura sinfonica europea è profondamente debitrice alla cultura rom”, ha dichiarato il musicista a Redattore Sociale.
“Dopo secoli – ha detto Spinelli – finalmente ci sarà un ribaltamento: sarà la musica classica ad accompagnare quella rom”. Uno scarto che potrà forse accendere i riflettori su una cultura che, denuncia l’artista, è ancora sconosciuta ai più. A celebrare il matrimonio musicale, sarà Luciano di Giandomenico: “Sarò ben lieto – afferma –, perché non si tratta solo di un’operazione di facciata, ma sarà l’occasione per ricordare che abbiamo le stesse radici”. Un segnale di apertura, di accoglienza. Almeno nel linguaggio delle note.
(Red.)

dal sito http://www.immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=002169



Il termine "rom" secondo la Treccani
ròm
agg. e s. m. e f. [dallo zingaro rom, s. m., propr. «uomo, marito»]. – Nome generico con cui vengono indicati gli appartenenti alla popolazione nomade degli zingari, spostatasi nel corso dei secoli dall’India settentr. in molte regioni dell’Asia e dell’Europa orient. e occid.: una famiglia rom, un gruppo di bambini rom; una comunità, un accampamento rom; la lingua dei rom, la lingua parlata dagli zingari, anche indicata con l’agg. o sost. romani (dagli stessi zingari chiamata romanī čib).


PeaceReporter - Afghanistan, strage Nato a Kunduz

PeaceReporter - Afghanistan, strage Nato a Kunduz

Terminologia di guerra.

Da sempre l'uomo fa la guerra all'uomo. Lo dicevano i giusnaturalisti: l'uomo è lupo all'uomo. La sua condizione "naturale" è la guerra. Totale.
Ma senza scomodare Hobbes, basta leggere un giornale.
L'anno scorso, ad esempio, un bombardamento a un presunto gruppo di talabani ha causato la morte di 200 civili, innocenti, molti dei quali donne e bambini.
Successe a Kunduz, in Afghanistan, e a bombardare furono i "nostri", ossia gli aerei della Nato.
Ma se leggiamo i rapporti ufficiali, si parla solo di "fuoco amico", "collateral damages", ossia danni collaterali. Conseguenze della guerra? No. Conseguenze della "peace mission", ossia missioni di pace. Pace? Di quale pace parlano, se usano aerei da combattimento, missili, bombe?
Eppure da sempre chi fa la guerra deve usare termini i più neutri possibile. Ecco allora parlare di "missioni umanitarie", di Peace-keeping e peace-enforcing.

Ricordate i "trasferimenti all'Est"? la "soluzione finale"? Anche lì si usavano i termini più neutri possibili.

venerdì 20 agosto 2010

Il dialetto nelle scuole: cominciamo dalle poesie di Egidio Meneghetti

Egidio Meneghetti, un patriota.
Dedicato a quanti, tra i leghisti, vorrebbero che il dialetto veneto fosse insegnato a scuola. Io sono d'accordo. Cominciamo a far leggere questo grande poeta, che scrisse nel lager di Bolzano (Bolzano ITALIA!, non Auschwitz POLONIA) questa - e altre grandissime poesie - descrivendo quel che vedeva.

Ricordare ricordare ricordare SEMPRE

ecco due frammenti di poesie di Meneghetti. Tratte dal sito dell'ANED
http://www.deportati.it/mischa_poesia.html


E sempre, note e giorno,
i du Ucraini,
Missa e Oto,
che iè del'Esse-Esse.
 
Nel bloco dele cele come Dio
comanda i Ucraini Missa e Oto:
el tormento de tuti ghe va drio
e quando i ciama tuti se fa avanti
e quando i parla scolta tuti quanti
e quando i tase tuti quanti speta
e le done spaise le le fissa
come pàssare fa cola siveta.
 
Le man de Missa
vive par so conto.
El g'à vint'ani
co' 'na rossa schissa
sensa pél da sinquanta,
la crapa tonda coi cavei rasà
invanti la se pianta
sensa col,
e le mane... le mane... quele mane...
Querte da mace nere e peli rossi,
coi dedi desnoseladi, longhi, grossi,
che termina a batocio,
anca quando ch'el dorme o no'l fa gnente,
piàn a piàn le se sèra, le se strense,
le se struca, le spàsema in convulso,
se fa viola le onge, s'cioca i ossi
e deventa sponcion i peli rossi.
Ma po' tuto de colpo le se smola,
le casca a pingolón, sfinide, rote,
i déi se fiapa come bissi morti
e continua sta solfa giorno e note
e tuti se le sente intorno al col.
(...)
Un furlàn magro biondo
co' 'na bocheta rossa da butina:
l'avea tentà de scapàr via dal campo
e l'é finido nela cela nera.
 
Tri giorni l'à implorado
Missa e Oto,
tri giorni l'à sigà
"No voi morìr",
tri giorni l'à ciamado
la so mama.
 
E nela note avanti dela Pasqua
s'à sentido là drento un gran roveio,
come de gente
che se branca in furia
e un sigo stofegado in rantolàr.
 
Ma dopo no se sente
che 'n ansemàr
pesante e rauco e ingordo
come quando a le bestie del seraglio
i ghe dà carne cruda da màgnar.
 
L'è Pasqua. De matina. E lu l'è in tera
lungo tirado
duro come'l giasso:
ocio sbarado
nela facia nera,
nuda la pansa, cola carne in basso
ingrumada de sangue e rosegà.
 
Nela pace de Pasqua tase tuti.
Imobili. De piera.
E nela cela nera
tase el pianto de Bortolo Pissuti.
(...)
  Stanote s'è smorsada l'ebreeta
come 'na candeleta
de seriola
consumà.
 
Stanote Missa e Oto
ià butà
nela cassa
du grandi oci in sogno
e quatro pori osseti
sconti da pele fiapa.
 
E adesso nela cassa
ciodi i pianta
a colpi de martèl
e de bastiema
(drento ale cele tuti i cori trema
e i ciodi va a piantarse nel servèl).
 
E a cavàl dela cassa
adesso i canta
esequie e litamie:
 
" heiliges Judenschwein
ora pro nopis,
zum Teufel Schweinerei
ora pro nopis "
 
Stanote s'è smorsada l'ebreeta
come 'na candeleta
de seriola
consumà.
 
Quel giorno che l'è entrada nela cela
l'era morbida, bela
e par l'amór
maura,
ma nela facia, piena
de paura,
sbate du oci carghi de'n dolór
che'l se sprofonda in sècoli de pena.
 
I l'à butada
sora l' tavolasso,
i l'à lassada sola,
qualche giorno,
fin tanto che 'na sera
Missa e Oto
i s'à inciavado nela cela nera
e i gh'è restà par una note intiera.
 
E dala cela vièn par ore e ore
straco un lamento de butìn che more.
 
Da quela note no l'à più parlà,
da quela note no l'à più magnà.
 
L'è là, cuciada in tera, muta, chieta,
nel scuro dela cela
che la speta
de morir.
 
Sempre più magra la deventa e picola,
sempre più larghi ghe deventa i oci.
(...)

dal sito dell'ANED
Dai capi di imputazione del processo a Michael Seifert:

"7. nella notte tra il 31 marzo (sabato santo) e il primo aprile (Pasqua) 1945, in concorso con il Sein, nelle celle di isolamento del Lager, dopo aver inflitto violente bastonature al giovane prigioniero Pezzutti Bartolo, lo uccideva squarciandogli il ventre con un oggetto tagliente;"
Per questo e altri orribili delitti Seifert è stato condannato alla pena dell’ergastolo.

Consigliatissimo
http://www.mimmofranzinelli.it/tool/home.php?l=it&s=0,1,4,12,33
http://www.ibs.it/code/9788804519744/franzinelli-mimmo/stragi-nascoste-armadio.html




giovedì 19 agosto 2010

Flavio Busonera, un patriota italiano

Ieri, a Padova, nella mia città, un assessore provinciale (di cui mi rifiuto di fare il nome per non fargli pubblicità indiretta), ha insultato la figura di un patriota, un partigiano impiccato per rappresaglia, il comunista Flavio Busonera. Lo ha fatto facendo finta di commemorarlo, in veste ufficiale, nel giorno del sessantaseiesimo anno dalla morte. "partigiani che volevano consegnare l'Italia alla dittatura sovietica", e non patrioti uccisi per riscattare l'Italia. Userò il testo della sua ultima lettera alla moglie, prendendola dal sito dell'INSMLI - Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia,
 
 Testo:

[Fronte]

17 – 8 – 944

Mia cara Maria ti
comunico che in questi
giorni ci trasferiranno
al carcere penale ove
dicono che ci siano molte
minori possibilità di
comunicazione e di
ricevere roba da fuori.
Pertanto cerca di far-
mi avere notizie a
mezzo di padre Carella.
Io di salute sto benissi-
mo e non mi dispero
solamente non vedo
l’ora di potervi riab-
bracciare tutti e speria-
mo che il tempo non
sia molto lontano.
Non scoraggiarti ed
abbi forza d’attendere
e fede in giorni miglio-
ri. Spero al prossimo
colloquio di vedere Gian-
ni che e il solo che
non ho ancora visto
durante la mia perma-
nenza in carcere.
Ho ricevuto il sapone, il
filo, il dolce, il vino e
le sigarette e ti ringra-
zio infinitamente
di tutto. Per ora non

[Retro]

mi occorre altro tran-
ne il solito dolce se
ti sarà possibile farme-
lo avere. Ti rimando
le tue lettere che ho pau-
ra che mi trovino ma
ti prego caldamente di
conservarmele. Racco-
mando a tutti i figli
specie a Giannina e Ma-
ria Teresa di essere ub-
bidienti a te in tutto e
d’ascoltarti senza discu-
tere. Ringrazio infini-
tamente Giuseppina di
tutto e salutatala tanto
per me come pure la
Rina.
A te, Giannina, Gianni,
Maria Teresa, France-
sco infiniti baci
tuo Flavio

Vi ho sempre nel cuore
e vi penso continua
mente ciao Maria
cara infiniti bacio-
ni ed arrivederci pre-
sto


tuo Flavio

lunedì 16 agosto 2010

Giustizia e Libertà

Nel bellissimo paese di Bobbio, nel piacentino, ho presentato un libro, in occasione della Settimana della letteratura, che si tiene ogni anno (certi paesetti avrebbero molto da insegnare, in fatto di iniziative culturali, a certe altre metropoli). Il volume – come dicevo in un post precedente – è il resoconto fedele della vicenda che vide il nucleo milanese di Giustizia e Libertà incarcerato per opera della polizia politica dell'Ispettore Francesco Nudi, che si avvalse degli sporchi servigi della spia Carlo Del Re. Uno degli uomini migliori di G. L., Umberto Ceva, si sacrificò per non dare modo al Tribunale speciale di usarlo per condannare Giustizia e Libertà per la strage di Milano, del 1928, della quale erano tutti innocenti.

La vicenda è nota, e chi non la conosce può sempre leggerla nel mio libro sull'attentato alla Fiera (oltre che in Mimmo Franzinelli e Mario Giovana, tanto per citare due storici che stimo moltissimo).

Sono stato sulla tomba di Umberto Ceva, nel cimitero di Bobbio, su una splendida collina, per omaggiare un grande uomo, la cui storia meriterebbe di essere conosciuta e divulgata, in questa Italia degli egoismi di parte. A volte un esempio val più di mille discorsi inutili.


 

domenica 18 luglio 2010

Bianca Ceva. riedizione del libro "Retroscena di un dramma"

1930 Retroscena di un dramma

Prefazione di Ferruccio Parri.
Postfazione di Mimmo Franzinelli.

Nota dell’Editore: L’opera di Bianca Ceva “1930 Retroscena di un dramma” è pubblicata per la prima volta dalla Casa Editrice Ceschina, Milano, 1955. Questa nuova edizione è oggi arricchita della prefazione di Ferruccio Parri (l’articolo dal titolo “Umberto Ceva” è comparso su “Il movimento di Liberazione in Italia” Settembre - Novembre 1955-Fasc. 5 - 6 38-39); della postfazione di Mimmo Franzinelli; di una lettera di Ernesto Rossi a Elena Ceva Valla e della fotografia di Umberto Ceva, queste ultime gentilmente concesse da Lucio Ceva.

Un consiglio: acquistate questo libro per leggerlo voi, per farlo leggere ai vostri cari.
Ogni bibliteca scolastica dovrebbe averlo, e dovrebbe consigliarlo come libro per le vacanze, o di testo, o da leggere in classe. E' un dovere civico non dimenticarci di questa vicenda. Lo dobbiamo all'uomo Umberto Ceva, alla sua memoria, e alla memoria di tutto l'antifascismo, e non solo.

per acquistarlo

http://www.edizionipontegobbo.com/prenotazione.php?id=175

Carlo Giacchin


Settimana della letteratura a Bobbio, in provincia di Piacenza

Venerdì 23 lugilo sarò a Bobbio, in provincia di Piacenza, per presentare la riedizione di un libro importante: "1930: retroscena di un dramma", scritto da Bianca Ceva, militante del Partito d'azione, partigiana e sorella di Umberto Ceva, esponente di Giustizia e Libertà morto in carcere nel 1930.


 Il libro di Bianca Ceva venne pubblicato nel 1955 dalla casa editrice Ceschina di Milano. Una copia mi è stata prestata da Mimmo Franzinelli nel corso delle ricerche per il mio "Attentato alla Fiera, Milano 1928", episodio che, indirettamente, costò la vita anche a Umberto Ceva.

Infatti Ceva, arrestato per delazione della spia dell'Ovra Carlo Del Re, venne accusato di essere il chimico dell'organizzazione terroristica che di quell'attentato era stata artecife. A sostenere l'accusa solo una misera frase buttata, forse ad arte, in una perizia tecnica sull'esplosivo che era  destinato a un'azione dimostrativa da parte del gruppo di Giustizia  e Libertà, del quale Ceva era esponente.

Ma andiamo con ordine.

Nel corso del 1930 si formò a Milano un gruppo - il più importante - di Giustizia e Libertà, organizzazione antifascista sorta su iniziativa di Carlo Rosselli, principalmente. Rosselli, ricco di famiglia, mise disposizione il suo patrimonio in favore del gruppo di antifascisti emigrati o scappati in Francia durante gli anni 1925-28, il più importante dei quali era Filippo Turati, il fondatore del Partito socialista, ormai vecchio (morì nel 1932 a Parigi). Rosselli lo aiutò a fuggire con una rocambolesca fuga da Milano aiutato da Pertini, Umberto Ceva, Bauer, Olivetti e altri. Per questo motivo Rosselli venne arrestato, di ritorno dalla Corsica (dove aveva sbarcato, con un motoscafo, Pertini e Turati). Venne mandato al confino. Scappò nel 1929 con una altra mitica fuga - sempre in motoscafo - assieme a Lussu e Nitti, e da Parigi guida, con rinnovato vigore, la lotta antifascista.

Nel 1930 sorge una cellula di G.L. a Milano. A guidarla Ernesto Rossi, un professore di economia che insegnava a Bergamo, all'Istituto tecnico Vittorio Emanuele II
Componenti principali i milanesi Vincenzo Calace, Bauer, e Umberto Ceva, valentissimo chimico.

 GL organizza una clamorosa iniziativa per l’ottavo anniversario della marcia su Roma. Faranno saltare, di notte, le sedi principali dell’intendenza di finanza. In molte città italiane vengono creati nuclei di GL. A tessere le fila il professore di Bergamo, Ernesto Rossi. Instancabile, fa la spola tra Bergamo e Milano e scrive, tramite il simpatico, con i cospiratori delle città maggiori, tra le quali Bologna, Torino, Trieste, Roma, Napoli.

L’esplosivo è una miscela di fosforo (il c.d. “Fosforo bianco”) che dovrebbe fuoriuscire tramite un meccanismo a tempo dalle bombe e incendiare le sedi della Finanza. L’orario previsto è attorno alla mezzanotte del 29 ottobre, in modo da  evitare ogni pericolo di fare vittime.

Assieme al gruppo di Rossi opera instancabile personaggio e nuovo adepto di G.L., Straordinariamente colto (ha tre lauree e sta preparando la quarta), intelligente e abile dissimulatore, il nuovo arrivato si getta con entusiasmo nell’attività cospirativa. Ammiratore di Mazzini al punto da copiarne il modo di vestire e alcuni atteggiamenti esteriori, si fa notare subito per la dedizione assoluta con la quale si mette a disposizione di Bauer e Rossi.

E’ un avvocato di Udine, Carlo Del Re che, oltre all’ammirazione per Mazzini ha il vizio del gioco d’azzardo. E sul tavolo da gioco perde soldi non suoi. Curatore fallimentare, Del Re ha a disposizione una curatela di un centinaio di migliaia di lire. Una piccola fortuna.

Per salvarsi decide di vendere quello che ha, ossia la cellula milanese di G.L. Vengono arrestati in una grande operazione di polizia il 30 ottobre 1930.



Il libro che presento il 23 luglio tratta della vicenda di Ceva che, tradito da Del Re e “lavorato” dall’ispettore di polizia Francesco Nudi, a capo dell’Ovra milanese, gli viene fatto credere che i suoi compagni sono i responsabili della strage di Milano del 1928, e stavano per fare il bis proprio con il suo aiuto.

Idealista , ingannato da Nudi, con il dubbio che i suoi compagni siano degli assassini, solo in carcere senza possibilità di verificare, si sente in trappola.

Gli viene prospettata una via d’uscita: accusare i compagni e dare man forte all’accusa. Nudi e Il capo della polizia Bocchini hanno un disperato bisogno di chiudere l’indagine sulla bomba alla fiera e mandare sotto processo i “colpevoli”.

Il tribunale speciale è appena avviato, e Mussolini lo dice chiaramente ai suoi gerarchi: “piombo nella schiena ai traditori”. Vuole inaugurare una serie di condanne a morte proprio con i condannati per la strage di Milano. Sarebbe un colpo da maestro, e nessuno potrà mai sollevare obiezioni, essendo la strage alla Fiera uno dei delitti più efferati mai commessi in tempo di pace.

Dopo Rossi, Bauer, Calace, toccherà a Schirru, arrestato perché aveva l’intenzione di uccidere il duce, per sua stessa ammissione, e via di seguito. Una stagione di sangue per eliminare radicalmente le opposizioni. Ma per iniziarla occorre il gran colpo. La punizione per la strage di Milano (20 morti dichiarati, 25 effettivi e oltre) è l’inizio perfetto.

Umberto Ceva lo intuisce. Sa che non potrà che confermare i terribili indizi di colpevolezza. Le bombe alle intendenze di Finanza sarebbero state  - per l’accusa – la seconda puntata di un unico disegno criminale da parte di Rossi e i suoi, squalificando così tutta l’opposizione al regime, bollata come terrorista e sanguinaria.

Ma Ceva non ci sta. Con un atto coraggioso, decide di sottrarsi alla macchinazione. L’unico modo è darsi la morte. Non è un suicidio, ma un atto di resistenza, uno dei primi veri atti di resistenza, insieme a un atto di accusa contro il potere e le sue trame.

Alla presentazione sarà presente lo storico Lucio Ceva, figlio di Umberto Ceva, il quale ha lavorato affinché la pubblicazione venisse ristampata. E' lo storico militare più preparato d'Italia, e sarà un grande onore per me, essere al suo fianco.

L'occasione della presentazione sarà data dalla cornice della quindicesima edizione della mostra libraria 



“METTIAMO I LIBRI IN PIAZZA”
riservata ai piccoli editori
organizzata a Bobbio durante


LA SETTIMANA DE LLA LETTERATURA
dal 17 al 23 luglio 2010

 http://www.comune.bobbio.pc.it/Leggi_Articolo.asp?IDArt=184





mercoledì 19 maggio 2010

come un uomo sulla terra

Ho potuto vedere alcuni clip del docu-film "come un uomo sulla terra", realizzato assieme da Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Yimer. Parte dalle esperienze di Dag, etiope e uomo, come vuole essere chiamato, che vive sulla propria pelle il terribile viaggio dalla sua terra alla Libia, transito obbligato per tutti i migranti in cerca di una vita migliore (sarebbe giusto dire "alla ricerca di una speranza per una vita migliore") nei paesi europei. Una lunga avventura nei luoghi della repressione della polizia di Gheddafi.
E' un film che dovremmo vedere tutti quanti.
 Per chi volesse saperne di più

http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/2008/09/comunicato-stampa-dvd-libro.html












mercoledì 17 marzo 2010

Bauhaus e anni Sessanta

Pubblico l'articolo che ho scritto per il mio amico Giovanni Saoner, una di quelle persone che rendono giustizia al detto "chi trova un amico trova un tesoro". Sì, perché conoscendo Giovanni ho trovato finalmente chi mi può guidare in una delle vie  finora sconosciute. Sono sempre stato un appassionato di riproduzione sonora, dal punto di vista "storico" come sviluppo della comunicazione umana, e come veicolo, poi, di messaggi di propaganda (vedi l'uso della radio nella Germania hitleriana, o del nostrano "miniculpop". Giovanni mi aiuta nella comprensione del lato tecnico. Inoltre, dalle pagine del suo sito www.tubesound.it, si capisce come tecnica e passione siano accumunati. Con il buon Saoner  metteremo forse in cantiere un progettino (che mi sta a cuore da tanto,) ossia la pubblicazione di una ricerca storica sulla radio - e sullo sviluppo della riproduzione sonora (fino all'odierna hi-fi) - arricchita da spiegazioni tecniche sui vari modelli di riproduttori e sulla loro evoluzione dal punto di vista tecnico-scientifico.
E ora l'articolo, che è a margine del suo lavoro
http://www.tubesound.it/braun_rcs9.htm

Finalmente ritorna disponibile con la seconda ristampa "Attentato alla Fiera. Milano 1928"

  Finalmente la seconda ristampa.  Eccola sul nuovo sito dell'editore https://www.mursia.com/products/14044